Il programma di utilizzo del recovery fund messo a punto dal Governo Regionale assomiglia molto più a un libro dei sogni che a una reale proposta per la crescita economica della Lucania.
Un libro datato, dalle pagine ingiallite e senza nessuna possibilità di vedere realizzati molti dei vecchi sogni che contiene. Una marea di progetti nei quali è totalmente assente una visione strategica di insieme, una corsa a sommare idee e progetti per infilarli in quell’elenco nella speranza di realizzare opere che da anni, decenni, aspettano lo slancio dei finanziamenti per decollare.
E, invece, restano ben piantati in questa specie di “libro dei sogni”, che diventa come una cantilena: la realizzazione di una variante di tracciato a San Nicola di Melfi, l’ammodernamento della linea Taranto-Potenza-Battipaglia, le nuove stazioni della metropolitana, il completamento del ramo ferroviario Ferrandina-Matera Centro, il recupero a fini turistici della tratta San Nicola-Spinazzola, il rinnovo complessivo dell’infrastruttura a scartamento ridotto delle Fal… Si potrebbe continuare aggiungendo decine di progetti-sogni.
Gli elenchi sono già pronti, ma purtroppo in quel libro non ci possono entrare tutte le progettualità italiane, perché allora non basterebbero 209 miliardi, ma ce ne vorrebbero 2 mila.
Allora bisogna scegliere e, restringendo il campo al nostro territorio, ci vuole veramente una “vision” precisa, che scarti il “libro dei sogni” e concentri le scelte in un strategia di grande respiro, secondo una scala di valori ben ragionata. Che poi è quello che ci chiede l’Europa: avere una chiara visione in testa e soprattutto, fissare gli obiettivi che i progetti tematici e d’ambito si propongono di raggiungere. Molto meglio selezionare e puntare su poche cose ma concrete e soprattutto portarle sul tavolo che conta, quello del Governo e del Parlamento con i quali la Merra non ha mai costruito un rapporto istituzionale e politico serio neppure con la sua maggioranza leghista.
Nelle prossime settimane, una volta che saranno più chiare le sorti dell’esecutivo e l’evoluzione complessiva del quadro politico, la discussione sulla proposta per il Recovery Fund arriverà in Parlamento, approdando a una versione definitiva del Piano. E il timore è che ancora una volta il paese corra il rischio di presentarsi all’appuntamento con il proprio futuro in ritardo.